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Il design thinking per il problem solving: il “Lightning Decision Jam”.

Scritto da:

Valentina Giacomini / Brand & Communication Manager

06 Ottobre 2022 / Marketing digitale

Come rendere più efficace il flusso di vendita del tuo prodotto? Come capire cosa e come ottimizzare un sito che non converte? Come trovare un’alternativa più efficiente alle numerose riunioni di allineamento? La risposta è una: noi a Modic usiamo il “Lightning Decision Jam”.

Spesso processi molto complessi o situazioni che richiedono l’intervento di molte persone e che mettono in campo tante (troppe) variabili possono diventare un problema, perché, anziché arrivare ad una risoluzione, si complica ancora di più lo scenario di partenza. L’unico risultato che si ottiene? Sprecare risorse, sia in termini di tempo che di denaro.

Prodotti con criticità o servizi poco chiari che gli utenti non acquistano; flussi di lead generation che non convertono come dovrebbero; riunioni lunghe e reiterate in cui si avanza poco e lentamente… sono molti i casi in un’azienda (per fare un esempio) in cui un approccio più agile e creativo può giovare al problem solving

Noi a Modic abbiamo sperimentato il “Lightning Decision Jam”.

Cos’è il “Lightning Decision Jam”

Il “Lightning Decision Jam” (LDJ per gli amici) è un workshop ideato da AJ&Smart, agenzia di consulenza con base a Berlino, leader mondiale nel Design Sprint. Lo scopo era quello di trovare un modo che rendesse il lavoro di squadra più produttivo, che portasse a soluzioni più creative e che facesse i membri del team più felici di collaborare! 

Abbiamo già parlato di design thinking, ma questo strumento in particolare permette di rimpiazzare tutte le discussioni aperte, le riunioni senza ordine del giorno, i brainstorming senza fine con un processo strutturato che “porta a più idee, decisioni più chiare e risultati migliori” (cit. AJ&Smart). 

Il LDJ si presta per qualsiasi situazione in cui più persone devono prendere delle decisioni insieme, per risolvere dei problemi o per elaborare dei processi di innovazione e crescita, perché aiuta a capire: 

  • cosa funziona in un progetto, 
  • cosa non funziona,
  • quali azioni realizzare per risolvere le criticità,
  • la priorità delle soluzioni proposte.

Come funziona un workshop di LDJ

Innanzitutto servono:

  • un moderatore;
  • un gruppo di partecipanti;
  • una board fisica o online (come Miro) se il workshop si tiene da remoto;
  • se il workshop è in presenza, tanti post-it e pennarelli!

Numero di partecipanti

Da un minimo di 2 persone a un massimo di 8.

Il numero di partecipanti di un workshop varia in base al numero di persone che partecipano al progetto: gli input e le opinioni degli attori coinvolti nel processo giocano un ruolo fondamentale nel LDJ. Tuttavia, meglio evitare un numero elevato di partecipanti, perché potrebbe complicare le varie fasi e allungare i tempi.

In caso di numeri più elevati, è consigliabile dividere il workshop in gruppi più piccoli.

Durata

Circa 40-45 min. Per gruppi (o problemi) più grandi, si può arrivare ad 1,5 h.

Fasi

Prima di cominciare, il moderatore disegna sulla lavagna una barca a vela che naviga sul mare: la parte superiore del disegno (il vento) rappresenta ciò che funziona, che spinge il team e il progetto in avanti; ciò che sta sotto (l’ancora), invece è ciò che non funziona e “affonda” il progetto .

Ognuna delle fasi del workshop ha una durata definita e gestita dal  moderatore: noi ci regoliamo usando le nostre coloratissime clessidre!

Entriamo nel vivo, ecco le fasi:

  1. Iniziare con le cose che funzionano: i partecipanti scrivono le cose positive del progetto, ciò che ha funzionato su dei post-it e li attaccano sulla parte superiore del disegno.
  2. Identificare i problemi: i partecipanti scrivono sui post-it le criticità, ciò che non ha funzionato, cose migliorabili e li attaccano sulla parte inferiore del disegno.
  3. Assegnare priorità ai problemi: tra i problemi identificati, ogni partecipante ne individua 3 che secondo lui sono quelli più importanti.
  4. Trasformare i problemi in sfide: il moderatore trasforma i problemi che hanno ottenuto più voti in domande che iniziano tutte con la formula “How Might We” (HMW), ovvero “come potremmo…” per aiutare a chiarire la problematica e iniziare ad analizzarla.
  5. Pensare alle soluzioni: i partecipanti scrivono varie soluzioni sui post-it e li attaccano alla lavagna sotto alla problematica corrispondente.
  6. Assegnare priorità alle soluzioni: come per i problemi del punto 3, ciascun partecipante vota le soluzioni più rilevanti.
  7. Decidere le soluzioni su cui concentrarsi: si disegna una matrice che mette in relazione l’impatto della soluzione con lo sforzo necessario per implementarla.
  8. Rendere le soluzioni delle azioni: infine, si identificano delle azioni fattibili per rendere la soluzione attuabile.

Quando e perché usare il “Lightning Decision Jam”

Può capitare in azienda o in un team di lavoro di trovarsi di fronte ad un problema complesso o di dover rendere più fluido un percorso tortuoso. In questi casi il problem solving e il pensiero creativo sono una risorsa di valore per arrivare a soluzioni innovative ed efficaci.

Il problema con il problem solving (scusa il gioco di parole) è che spesso durante i processi di analisi e  di brainstorming, si rischia di perdere il focus della discussione e ci si ritrova con tante, troppe idee da vagliare. Di conseguenza, le riunioni diventano interminabili, poco utili e inefficienti.

Il Lightning Decision Jam offre un modo più efficace per aiutare i team a definire le problematiche e le relative soluzioni. Così si evitano perdite di tempo e si promuove la partecipazione di tutto il team.

Il Lightning Decision Jam è uno strumento semplice che aiuta a risolvere problemi complessi, velocemente: come risultato si ottengono sempre una o più azioni da compiere in un breve arco di tempo per testare le soluzioni individuate.

In quali situazioni il LDJ può tornare utile? Ecco alcuni esempi:

  • un processo aziendale complesso;
  • difficoltà di comunicazione interna;
  • ottimizzare il flusso di conversione del checkout;
  • la progettazione di un nuovo sito;
  • l’organizzazione di eventi;
  • fronteggiare la concorrenza.

LDJ: un caso pratico a Modic

Noi a Modic l’abbiamo usato recentemente, come vedi nelle foto qui sopra, per il debriefing di un progetto concluso.

In un paio di ore ci ha permesso di capire:

  • cosa ha funzionato;
  • le criticità che ci sono state;
  • cosa può essere gestito meglio sia internamente sia nel rapporto con il cliente;
  • come migliorare il lavoro del team e la gestione del progetto (con quali strumenti, procedure, soluzioni, ecc.).

Se vuoi saperne di più su questo workshop, trovi tutto sul LDJ di AJ&Smart qui.

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