Il redesign di un sito o la sua migrazione su un nuovo dominio sono ottime opportunità per migliorare il posizionamento SEO del sito, ma possono anche avere risultati disastrosi se non si prendono in considerazione aspetti meno “visibili” e tangibili rispetto a sviluppo, grafica e contenuti.
Scopri come ottenere il massimo da queste situazioni dando priorità alla SEO.
Come abbiamo già spiegato nel nostro articolo sull’importanza dei redirect, può capitare che la messa online di un sito, dopo un redesign o una migrazione, faccia registrare nel giro di breve tempo un crollo delle visite e del posizionamento.
È esagerato parlare di disastro? Non proprio, considerato quanto lavoro viene perso in questo modo e quanto tempo e risorse bisogna investire per recuperare…
Per trasformare un potenziale disastro in un ottimo risultato è necessario giocare d’anticipo con una buona pianificazione del lavoro lato SEO. Vediamo come.
A cosa serve una migrazione e perché è importante farla bene
Innanzitutto, cos’è una migrazione? È un’attività da fare quando un sito cambia indirizzi in maniera strutturale. I motivi più frequenti sono:
- redesign del sito;
- modifica dell’architettura del sito;
- modifica del dominio del sito;
- cambio del CMS, del linguaggio di programmazione o del framework in uso;
- passaggio da protocollo HTTP a HTTPS.
Qualunque sia il motivo della migrazione, è sempre un’attività delicata, perché – se non fatta bene – può mettere a rischio il posizionamento sui motori di ricerca acquisito negli anni dal sito, provocando perdite anche a livello economico.
Per questo è molto importante che il processo di migrazione venga eseguito correttamente fin dall’inizio ed è fondamentale avere bene in mente gli obiettivi da raggiungere, come:
- preservare il traffico organico, evitando cali e quindi perdite in termini di conversioni;
- migliorare il ranking nella SERP grazie ad un lavoro di SEO on-page.
Con gli obiettivi stabiliti, si deve procedere alla pianificazione di tutte le azioni che costituiscono il processo di migrazione, per essere sicuri di evitare disastri, appunto.
La checklist SEO per evitare disastri durante la migrazione o il redesign del sito.
Vediamo ora quali sono i passaggi fondamentali da rispettare durante le varie fasi della migrazione.
Pre-migrazione
- Audit del posizionamento del vecchio sito: monitorare il ranking e capire con quali parole chiave (e rispettive URL) il sito è posizionato più in alto nei motori di ricerca.
- Crawling del sito e download delle URL: mappare le URL e i meta tag del vecchio sito affinché nulla vada perso ed esportarli in file excel.
- Redirect delle URL: reindirizzare le vecchie URL alle nuove e correggere gli errori interni 3xx/4xx/5xx. Approfondisci nel nostro articolo l’importanza e i vari tipi di redirect.
- Impostare pagina Errore 404: prevedere che l’utente possa atterrare in una pagina che non esiste più, senza disorientarlo e guidarlo nella navigazione attraverso il nuovo sito.
- Generare nuova Sitemap.xml: creare un file con l’elenco di tutte le URL del nuovo sito
- Generare nuovo Robots.txt: decidere quali pagine del nuovo sito il Googlebot può scansionare (attenzione a non bloccare contenuto importante)
- Ottimizzazione SEO on-page: SEO check per verificare che tutti i contenuti e i metatag siano stati implementati correttamente.
Durante la migrazione
- Importare lo script di tracciamento di Google Analytics o Tag Manager nel nuovo codice sorgente.
- Impostazione e verifica dei Redirect 301, 302, Errori 404 o loop di reindirizzamento.
- Verifica file Robots.txt e Sitemap.xml: verificare che il sito sia scansionabile e indicizzabile e inviare nuova sitemap tramite Google Search Console.
- SEO check: verificare e aggiornare i link in ingresso quando possibile, tutti gli errori 3xx/4xx/5xx, canonical, metatag.
- Verifica impostazioni e controlli tecnici: verificare funzionamento corretto del certificato SSL, verificare che non ci sia “mixed content” (contenuto raggiungibile sia da HTTP che da HTTPS).
Post migrazione
- Monitoraggio periodico tramite Google Analytics e Search Console: già nelle prime 24/48/72 ore dalla migrazione GSC inizia ad immagazzinare i primi dati e si possono intravedere i trend del traffico con Google Analytics.
- Monitoraggio del ranking: controllare il posizionamento tenendo conto che dei cali possono essere fisiologici in questa fase.
- Monitoraggio delle conversioni: verificare la continuità del numero di conversioni rispetto al vecchio sito.
- Ottimizzazione: implementare e attuare migliorie in base alle criticità evidenziate dal monitoraggio.
Quando capisco se la migrazione è andata bene?
Dopo la messa online del nuovo sito, c’è un periodo di assestamento, durante il quale è normale che si verifichi un lieve calo delle visite.
Gli spider dei motori di ricerca hanno bisogno di un po’ di tempo per elaborare tutte le pagine e i contenuti nuovi. Non è raro, inoltre, che alcune pagine del sito subiscano delle variazioni nel punteggio di qualità: soprattutto se si è fatto un ottimo lavoro di UX e SEO, la qualità delle pagine migliora.
Se sono stati fatti grossi errori durante la migrazione, questi sono visibili fin subito, sia in Google Search Console che in Google Analytics. Se invece è stato fatto tutto bene il miglioramento può avvenire già dopo qualche giorno, attestandosi poi nelle settimane successive. Molto dipende dalla dimensione del sito e dalla sua situazione di partenza.
Dalla corretta gestione e pianificazione di tutte le fasi della migrazione, inoltre, dipendono anche un aumento di traffico verso il sito e un suo migliore posizionamento sui motori di ricerca.
La migrazione SEO di un sito è un processo complicato e può essere molto rischioso se non effettuato tenendo a mente le best practice.
Per questo è fondamentale affidarsi a degli esperti e preparare il lavoro in tutti i suoi aspetti ancora prima di iniziare operativamente la migrazione del sito, partendo innanzitutto dalla definizione degli obiettivi che si intendono raggiungere.
Qualsiasi sia il motivo che ha portato alla migrazione, infatti, bisogna sfruttare l’occasione per lavorare su tutti i fronti in modo organizzato e strategico al fine di ottenere performance migliori e massimizzare anche il ritorno sull’investimento.