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Un passaggio indispensabile (ma spesso dimenticato) quando si fa un nuovo sito: i Redirect

Scritto da:

Davide Serafini / CoFondatore & Solutions Architect

21 Giugno 2021 / Ottimizzazione motori di ricerca

Hai investito settimane per realizzare il nuovo sito, design, contenuti, sviluppo, lo rendi pubblico e dopo qualche giorno i tuoi analytics registrano un calo delle visite e del posizionamento. Ecco cos’è successo.

Quando si sviluppa un nuovo sito ci si concentra molto su tutto ciò che è visibile, e c’è il rischio di sorvolare sulla parte di setup più invisibile e noiosa: pianificare la messa online del nuovo sito. Uno step fondamentale è la mappatura degli indirizzi e l’inserimento dei redirect dal vecchio al nuovo sito.

Cosa sono i redirect?

I redirect sono delle configurazioni del server che permettono di rimandare una pagina a un’altra. Quando il browser proverà a caricare una pagina, il server indicherà il nuovo indirizzo per quella pagina.

Facciamo un esempio concreto.

Ipotizziamo che nel sito precedente la pagina contatti fosse www.example.com/contatti, mentre nel nuovo sia www.example.com/contatti-telefono-email.

Senza il redirect, se il browser cercasse di caricare www.example.com/contatti, il server ritornerebbe l’errore “La pagina non esiste”, il famoso “Errore 404”.

Inserendo un redirect da www.example.com/contatti a www.example.com/contatti-telefono-email, quando il browser proverà a caricare la pagina www.example.com/contatti il server gli “indicherà” che la pagina ha un nuovo indirizzo www.example.com/contatti-telefono-email, e di conseguenza il browser caricherà il nuovo indirizzo.

 

Tipologie di redirect

Esistono 3 tipologie di redirect:

  • 301 Moved Permanently
  • 302 Found
  • 307 Moved Temporarily

A cosa servono 3 tipi diversi di redirect?

Il redirect 301 Moved Permanently

Il 301 indica che una pagina è stata spostata definitivamente a un altro indirizzo. Suggerisce quindi sia ai browser sia ai crawler dei motori di ricerca, come Googlebot, di associare alla pagina il nuovo indirizzo.

Ai fini SEO, questo è il tipo redirect più importante, perchè segnala che il nuovo indirizzo è quello definitivo.

Il redirect 302 Found

Il 302 è il redirect temporaneo più usato, e indica che la pagina richiesta è stata “riconosciuta”, ma che è disponibile a un indirizzo diverso. Può essere usato durante gli A/B test ad esempio.

Ai fini SEO, questo redirect indica ai motori di ricerca che il cambiamento è temporaneo, e di mantenere per quanto possibile l’indirizzo di partenza come indirizzo corretto.

Il redirect 307 Moved Temporarily

Il 307 è, da standard, l’effettivo redirect temporaneo, a differenza del 302, che è più vago nel suo significato. Essendo però stato introdotto successivamente al 302, il 302 è molto più usato.

In ogni caso, ai fini SEO 302 e 307 si comportano allo stesso modo.

 

Perchè i redirect sono così importanti per la SEO e per gli utenti?

I redirect, come abbiamo visto, servono a indicare la corrispondenza tra le vecchie pagine e quelle nuove, così da dare continuità al sito.

“Perchè dovrei occuparmene? Navigo il nuovo sito e funziona tutto bene”

Durante la vita di un sito, questo acquisisce link in ingresso da varie fonti: altri siti, canali social, email, per citarne alcune. Alcuni di questi link sono molto importanti a livello SEO, perchè costituiscono il profilo dei backlink del sito, e tutti quanti sono importanti a livello di esperienza utente.

L’importanza dei redirect per la SEO

Quando Google e gli altri motori di ricerca salvano nel loro indice una pagina web, la associano al suo URL e, col passare del tempo, ne aumentano o diminuiscono il valore di ranking in base a molteplici fattori, tra cui i link che puntano a quella pagina.

Se, di punto in bianco, si cambia l’indirizzo di quella pagina senza inserire un redirect, per i motori di ricerca quella pagina diventa automaticamente una nuova pagina, e quella vecchia non esiste più. Questo vuol dire che tutto lo storico di quella pagina va perso, e il posizionamento di quella nuova riparte da zero.

Per definizione, l’URL di una pagina è il suo identificativo univoco su internet. Modificarlo vuol dire di fatto creare una nuova pagina.

Inserire un redirect previene tutti questi problemi: specificando ai motori di ricerca il nesso tra il vecchio URL e quello nuovo, i motori di ricerca trasferiscono tutto quello che avevano elaborato nel tempo dalla vecchia pagina alla nuova, evitando così perdite di ranking e posizionamento.

L’importanza dei redirect per l’utente

Quante volte capita di seguire un link contenuto in un post sui social network e poi non visualizzare nulla? Questo accade quando l’indirizzo della pagina che era stata condivisa su Facebook, Linkedin o era stata linkata da un altro contenuto web viene modificato senza inserire un reindirizzamento. Il contenuto “originario” per il browser dunque non esiste più e quella che si apre in questi casi è la segnalazione di un errore 404.

Questo fatto è frustrante per l’utente, che non trova quello che cerca e viene interrotto nel suo flusso di navigazione. Nei casi peggiori, vuol dire perdere quell’utente che potrebbe anche essere un cliente o potenziale tale.

In un mondo in cui la customer experience è sempre più il fulcro del rapporto tra brand e clienti, evitare problemi di questo tipo è vitale per non creare attriti nel percorso utente, che sarebbero facilmente evitabili.

 

Quali sono gli step per la migrazione di un sito ben fatta?

Come prima cosa bisogna eseguire la mappatura delle pagine sia del sito di partenza che di quello nuovo. Si può usare la sitemap xml del sito se presente, o tool come Screaming Frog, per ottenere i due elenchi delle pagine.

Una volta creati i due elenchi, bisogna associare gli indirizzi uno a uno. La maniera più semplice è creare un file Excel con due colonne dove nella prima si inseriscono gli indirizzi di partenza, e nella seconda i nuovi indirizzi.

Il file va poi girato a chi tecnicamente si occupa della migrazione del sito.

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