La musica può essere uno strumento di branding? Sì, perché aiuta a costruire l’identità del brand, catturando l’attenzione e rendendolo memorabile. Come? Con il logo sonoro!
La brand identity viene spesso concepita -solo- come l’unione della visual identity (elementi grafici, logo, packaging…) e della verbal identity, ma c’è molto di più!
Come abbiamo visto, infatti, molti brand utilizzano anche il profumo per costruire e rafforzare l’identità di marca.
E non è tutto. Ormai anche i suoni sono diventati un efficace strumento di marketing. Parliamo di sound branding e logo sonoro!
Il marketing sonoro
Parlando di logo olfattivo, abbiamo introdotto il concetto di marketing sensoriale, di cui il marketing olfattivo è la branca che utilizza il profumo per influenzare il comportamento dei consumatori attraverso l’olfatto.
Sempre all’interno del marketing sensoriale rientra il marketing sonoro, in cui invece si sfrutta il potere dei suoni per arrivare, attraverso gli stimoli uditivi, alla mente dei consumatori.
Questo perché, come abbiamo già visto, gli stimoli sensoriali come il profumo, o il suono, appunto, vanno a colpire la parte più istintiva dell’essere umano e possono influenzarne stati d’animo e comportamenti.
Esistono diverse tipologie di sound marketing, in base al tipo di input sonoro (jingle, sigle, playlist su Spotify, ecc…) e a come questo viene usato, ma tutte sono caratterizzate dall’utilizzo di elementi sonori all’interno della strategia del brand per aiutarlo a promuovere il brand e i suoi prodotti o servizi.
Come avviene per gli stimoli olfattivi nel scent marketing, nel marketing sonoro i suoni vengono usati per:
- comunicare l’identità di brand;
- veicolare il messaggio del brand;
- raggiungere il pubblico target.
Quando un elemento sonoro è utilizzato per completare e rafforzare l’identità del brand si parla di sound branding.
Cos’è il sound branding
Ormai molti brand hanno capito l’importanza del suono all’interno della comunicazione, tanto che per molti è diventato un potente strumento di branding.
I suoni o la musica vengono utilizzati nella comunicazione per segnalare la natura commerciale di prodotti e servizi (ad es. i jingle nelle pubblicità o nei programmi radio e tv), ma anche per facilitare la memorizzazione del marchio e la sua identificazione con quei prodotti.
Il suono diventa così l’identità sonora del brand: è la traduzione della personalità, dei valori e del messaggio del brand in linguaggio musicale.
Quando l’elemento sonoro è creato specificatamente per rappresentare il brand, quando l’identità del brand si trasforma in musica, allora si parla di logo sonoro.
Perché il logo sonoro è importante
Il sound logo è il marchio sonoro del brand. L’equivalente musicale del logo inteso come segno grafico, o della voce del brand a livello di comunicazione testuale.
Il logo sonoro è un ulteriore tassello che va a completare la brand identity, a rafforzarla e a facilitare la riconoscibilità del brand presso i consumatori attraverso tutti i touch points.
Aggiungere un logo sonoro alla propria identità, permette al brand di crearsi un’identità distinta, inequivocabile rispetto ai competitors.
Aiuta a creare una connessione emotiva ancora più forte con i clienti (attuali e potenziali), lavorando in zone del sistema nervoso dove immagini e parole non arrivano.
Questa forte associazione che si crea con gli utenti del brand permette anche di costruire un rapporto di fiducia, fidelizzando il target e diventando -si spera- insostituibile nella sua mente.
L’ambiente sonoro
Alcuni brand hanno portato il concetto di sound logo al livello successivo, creando un vero e proprio “ambiente sonoro” che identifica il marchio e accompagna il cliente lungo tutti i touchpoints del customer journey, online e offline.
L’identità sonora del brand viene declinata, per ogni aspetto relativo all’esperienza utente, in modo diverso ma sempre congruente con la brand identity: dalla pubblicità in tv, passando per le adv online, all’acquisto in-store.
L’identità sonora dei brand è ormai un asset strategico, importante quanto la visual identity e la verbal identity, tanto che esiste addirittura una classifica dei migliori ambienti sonori al mondo, stilata da AMP Sound Branding, (leader mondiale nel settore sound branding) sancisce le migliori “sonic identities”.
Chi c’è al primo posto?
Mastercard, con la sua identità sonora “olistica”. Il suo sound branding coinvolge tutti gli aspetti della comunicazione (pubblicità online e via etere, interviste ai manager, video su youtube…) fino alla rivisitazione in chiave digital di un momento topico del percorso di acquisto offline: il suono del pagamento con carta di credito, diffuso attraverso lo smart speaker durante lo shopping online.
Qui potete consultare la classifica “Best Audio Brands” di AMP.
Esempi di sound marketing e sound logo
Vediamo, anzi sentiamo -è il caso di dirlo- alcuni esempi di marketing sonoro e di loghi sonori di brand famosi.
In alcuni casi (come per la Volkswagen, di cui trovate un interessante approfondimento sull’evoluzione di logo grafico e sonoro negli anni qui), il logo sonoro ha subito negli anni aggiornamenti e cambiamenti, in un processo fisiologico di adattamento all’identità del brand e a eventuali rebranding o riposizionamenti.
Gli esempi riportati qui sono, oltre che solo una piccola parte, quelli più rappresentativi nella memoria storica collettiva. Ciò non vuol dire che, ad oggi, alcuni di essi non siano stati aggiornati e non suonino più così!